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Maleducazione e mancato senso civico, la colpa di chi è?

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Negli ultimi anni, se non decenni, la cronaca ci ha riportato, ci riporta e con ogni negativa probabilità ci riporterà ancora eventi di vandalismo, violenza, bullismo, maleducazione da parte dei giovani, di adolescenti o peggio ancora di bambini. “I ragazzi e le ragazze della nuova generazione sono tutti maleducati”, quante volte abbiamo sentito dire questa frase da adulti o anziani? Probabilmente non lo ricorderemo per le innumerevoli situazioni in cui se n’è abusato.

Un bambino non dice termini offensivi o volgarità se non le ha sentite dai propri familiari, un ragazzo non è maleducato con gli adulti e gli anziani se ha ricevuto un’ottima educazione dai propri genitori. Ma nel caso in cui i genitori si esprimono con termini volgari, offendono altre persone in determinate circostante o compiono atti di violenza tra loro (genitori) o verso altri familiari, in questo caso la colpa la si può ancora attribuire ai giovani? Chi si può prendere una responsabilità così grande per una risposta che sembrerebbe alquanto semplice?

Impulsivamente potremmo anche rispondere che le nuove generazioni hanno un proprio cervello, una propria coscienza e un proprio autocontrollo e che grazie a questi “strumenti” dovrebbero scindere e analizzare la miriade di informazioni ed esempi che ricevono ogni giorno della loro vita durante la crescita e trarre solo le informazioni giuste, i comportamenti educati e i buoni insegnamenti civici per vivere in una comunità.

Impulsivamente la risposta sarebbe così e non sarebbe errata, anzi, sarebbe più che giusta. Il problema sorge però nel momento in cui un ragazzo, che ha sani principi, un forte autocontrollo e una coscienza ben ferma, si trova immerso in una società che è tutto il contrario, che gli impone alla vista comportamenti errati, bullismo, violenze di ogni genere e droga, quel ragazzo prima o poi tenderà a mutare in negativo. E da chi sono arrivati quegli esempi negativi? Sempre dagli adulti, adulti violenti, adulti che spacciano stupefacenti, esempi riprovevoli di esseri umani di una generazione che ha fallito il suo grande compito di salvaguardare il mondo per le progenie.

Cosa si può fare? Partire prima dai piccoli atteggiamenti, dal non buttare a terra la carta di caramella nonostante il cestino a pochi metri di distanza, dal non imbrattare le mura di una struttura da poco inaugurata, dal non rompere i vetri di una palestra calciando palloni in cuoio, dal denunciare qualsiasi evento non rientri nel senso civico che ognuno di noi deve coltivare giorno per giorno.

Un esempio, seppur banale, è stato proposto sul gruppo Facebook “Amici Luciani”, da Andrea Lamberti in cui si ritrae una panchina in piazza Felice Baldi, di sabato sera a fonda notte, circondata da cartoni di pizza, lattine di bibite e cartacce varie. Probabilmente dei bambini o dei ragazzi, ma la domanda è: “E i genitori? Fanno le stesse cose?”.

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