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Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Attualità

Lunedì 25 novembre scorso è stata la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fenomeno aberrante che purtroppo è assai diffuso in tutto il mondo ma che va estirpato sensibilizzando le nuove generazioni, le donne e gli uomini del domani.
La data non è affatto casuale ma è la ricorrenza di un triste e brutale assassinio avvenuto nel lontano 1960 nella Repubblica Domenicana. In quel tempo vigeva la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo soprannominato "el Jefe" che dominò come un padrone assoluto la scena politica e le finanze della Repubblica Dominicana. Come in ogni dittatura, c’è sempre una parte di popolazione ribelle ed è il caso di tre sorelle, di cognome Mirabal, che, nonostante le poche prove in mano a Trujillo, vennero considerate rivoluzionarie. Il dittatore ordinò quindi la loro morte facendole violentemente uccidere a bastonate per poi simulare un incedente d’auto in un dirupo. L’opinione pubblica ne fu così scossa che prese vita un vero e proprio movimento che portò disordine pubblico fino al 1961 quando culminò con l’assassinio di Trujillo.
In Italia ma in particolare a Cava de’ Tirreni c’è stato recentemente un animalesco femminicidio. Il nome della vittima è Nunzia Maiorano ed è stata uccisa a coltellate dal marito il 23 gennaio 2018. Una tragedia che scosse tutta la cittadinanza metelliana per l’estrema aggressività del folle gesto. Da allora sono nate più campagne di sensibilizzazione ed eventi promossi, molte volte, dall’Amministrazione Comunale.
Due eventi molto rilevanti a Cava si sono svolti al Liceo Scientifico “A. Genoino” e al Monastero di San Giovanni. Al Genoino l’evento organizzato dal titolo “L’amore non fa male” era proprio in memoria di Nunzia Maiorano e ha visto come ospiti Maria e Giovanni Maiorano. Al Monastero invece si è svolto l’evento "Un’altra me" ed è stata una serata all’insegna della riflessione e della denuncia verso atti di violenza che quotidianamente molte donne subiscono tra le mura domestiche senza farne parola con nessuno, per paura.
È proprio questo messaggio che esplicitamente passa in qualunque incontro sui femminicidi: “Bisogna denunciare, farsi coraggio e riprendersi la propria libertà perché l’amore non è violenza”.

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